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Assegno Unico per i figli fuori dal calcolo, mentre restano ancora sospesa l’esclusione dei titoli di Stato fino a 50mila euro. Le nuove regole per l’accesso a bonus, prestazioni e agevolazioni

Il DDL della Legge di Bilancio 2025, tutt’ora all’esame della Camera, non smette di riservare novità a getto continuo: fra le tante, una interessa tocca da vicino milioni di italiani, costretti ad auto frugarsi nelle tasche raccontando la situazione economica del proprio nucleo familiare. In pratica, è in arrivo un nuovo modello di calcolo dell’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente), strumento fiscale istituito nel 1998 e rilasciato dall’Inps, necessario per analizzare lo stato dell’arte delle finanze familiari attraverso fattori come reddito, patrimonio, componenti del nucleo familiare ed eventuali disabilità: un documento fondamentale per accedere a bonus, prestazioni e agevolazioni come l’Assegno Unico e Universale o quello di Inclusione che dal prossimo anno prenderà il posto del Reddito di Cittadinanza e destinato ai nuclei familiari con minori, disabili e componenti ultrasettantenni.

Fra le novità che scattano dal 1° gennaio prossimo, spicca l’esclusione dall’Isee dell’assegno unico per i figli a carico, valido sia per accedere al bonus asili nido che per il bonus bebè, l’incentivo di 1.000 riconosciuto a tutti i nati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, ma assegnata sulla base dell’Isee, che non dovrà superare i 40.000 euro. Ma ad influire sul calcolo dell’Isee potrebbe subentrare una novità che arriva dalla Legge di Bilancio dello scorso anno: l’esclusione dei titoli di Stato fino a 50.000 euro. Ma il condizionale è d’obbligo, visto che ad un anno di distanza continua a mancare all’appello il DPCM che renda operativa la misura.

Come accennato, il calcolo dell’Isee si basa su redditi e patrimoni percepiti da chi presenta la DSU (Dichiarazione sostitutiva unica) e dagli altri componenti del nucleo familiare nei 2 anni precedenti: per l’Isee 2025, saranno considerati redditi e patrimoni relativi al 2023 calcolati oltre a reddito e patrimonio – anche sulla “scala di equivalenza”, che “pesa” il precedente indicatore sulla composizione e le caratteristiche diverse del nucleo familiare. Una scala che varia in presenza di particolari condizioni e per ogni voce aumenta le percentuali come nel caso della presenza di ulteriori componenti, le eventuali disabilità divise per gradi (media, grave, non autosufficiente), il numero di figli (tre, quattro o almeno cinque), che nel caso di minori significa una maggiorazione percentuale per i genitori (o il genitore) che abbia svolto un’attività lavorativa per almeno sei mesi all’anno. Ai fini del calcolo della maggiorazione si considera parte del nucleo familiare anche il genitore non convivente, non coniugato con l’altro genitore, che abbia riconosciuto i figli.

E’ importante ricordare anche che il componente del nucleo che beneficia di prestazioni sociosanitarie residenziali continuative o in convivenza anagrafica, non è considerato nucleo familiare a sé stante e questo dà diritto ad una maggiorazione rispetto al calcolo in sua assenza.

Per verificare il valore dell’Isee – per cui l’Inps ha messo a disposizione da tempo un simulatore di calcolo – vanno utilizzati i dati della dichiarazione dei redditi 2024. La DSU, documento necessario all’ISEE, il codice fiscale e documenti di identità del dichiarante e dei componenti, contratto d’affitto e copia dell’ultimo canone versato, Modello 730 o Modello Unico e Modelli CUD, certificazioni o documentazioni che attestino compensi, indennità, trattamenti previdenziali e assistenziali, redditi esenti da IRPEF, redditi prodotti all’estero, borse e/o assegni di studio, assegni di mantenimento per coniuge e figli, dichiarazione IRAP per imprenditori agricoli, documenti che attestino il patrimonio mobiliare e immobiliare al 31 dicembre 2023 (depositi bancari o postali, libretti di deposito, titoli di stato, obbligazioni, azioni, BOT, CCT, buoni fruttiferi, fondi di investimento, forme assicurative di risparmio e qualsiasi altra forma di gestione del patrimonio mobiliare anche detenuto all’estero), tipologia e numero identificativo del rapporto patrimoniale, codice fiscale dell’istituto bancario o società di gestione del patrimonio, date di riferimento dei rapporti patrimoniali, giacenza media annua di depositi bancari e/o postali, patrimonio netto che dall’ultimo bilancio presentato, certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni, e/o altra documentazione sul patrimonio immobiliare anche se all’estero con valore IVIE, atto notarile di donazione di immobili, certificazione di quota capitale residua dei mutui stipulati per l’acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà, targa o estremi di registrazione al PRA e/o al RID di autoveicoli e motoveicoli con una cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni da diporto. In caso di componenti familiari con disabilità vanno aggiunti i certificati di invalidità e le spese pagate per il ricovero in strutture residenziali e per l’assistenza personale.

La DSU per l’Isee 2025 può essere presentata all’ente che eroga la prestazione sociale agevolata; al Comune; a un CAF; all’INPS (anche online); di persona presso le sedi territoriali. Attraverso il portale unico dell’Istituto è anche possibile avvalersi della DSU precompilata INPS, più semplice e veloce grazie a diversi campi precompilati dall’Istituto e dall’Agenzia delle Entrate.

È importante ricordare che per una corretta compilazione della DSU è necessario tenere a mente le diverse tipologie di ISEE e quella per cui si richiede. Per l’Isee standard, che permette l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, è sufficiente la DSU mini con i principali dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.